Care cittadine, cari
cittadini,
in
questi giorni nei dibattiti, nei forum, negli incontri è emersa la necessità d
una politica concreta che sappia rispondere alle
esigenze dei cittadini. Ad una prima considerazione sembra bene seguire questa
strada.
Infatti
si distingue sempre fra "politica nazionale",
col compito di affrontare i problemi sul piano di valori condivisi, e "politica amministrativa" immediata e pratica.
Credo, però, che
tale
distinzione sia da ritenersi abbastanza riduttiva e troppo soggetta a variabili
legate alle diverse situazioni del momento, troppo contingentata dalla
pressione dell’attualità.
Nel
governo di un paese, dietro ad ogni scelta del
"fare", non basta pensare e realizzare un progetto ampio e
complessivo, ma è necessario partire dai principi e dai
valori che motivino e giustifichino la scelta fatta.
Perciò
mi pare necessario precisare che quando usiamo il termine "bisogni" (che in taluni casi possono essere anche
superflui), perfino con la
specificazione “bisogni degli ultimi ", non riflettiamo che gli stessi sono la traduzione pratica ed immediata di diritti primari
disattesi o, ancora peggio, violati:
diritto all'istruzione, alla casa, al lavoro, alla salute,oltre al grande tema
dei diritti civili.
In
occasione del Forum sul Welfare è stato giustamente affermato che “se i diritti non sono di tutti diventano privilegi”.
Mai niente di più vero.
Mi
permetto aggiungere un’ulteriore concetto che potrebbe apparire eccessivo se
non letto nel contesto dei diritti: un'amministrazione
non ha il compito di essere buona e generosa, ma il dovere di essere
"giusta". Deve essere l’ istituzione pubblica a garantire
l’esercizio dei diritti, ancor prima della sussidiarietà.
Gli uomini e le donne, tutti
parte della stessa umanità aldilà del credo religioso, delle appartenenze
politiche, delle condizioni economiche, sociali e culturali, sono soggetti- persone portatrici di diritti, mai semplici
oggetto della bontà o della beneficenza degli amministratori. Certamente
sono importanti nell'approccio, nel rapporto con l'altro il rispetto, la
comprensione, la benevolenza, l'attenzione, la sensibilità ma ognuno di questi
movimenti emotivi e positivi dell'animo richiedono, per essere efficaci, la
supervisione della razionalità.
Riutilizziamo allora la parola diritti, poniamola al centro del buon
amministrare, consapevoli che sono la
base per la costruzione di una società diversa da quella odierna, giusta e
imparziale. In questo modo anche le parole aiuto, solidarietà riacquisteranno
il loro significato autentico.
Isa
Vergani
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