Carate Bene Comune

domenica 19 maggio 2013

Tutela dei diritti


Care cittadine, cari cittadini,

in questi giorni nei dibattiti, nei forum, negli incontri è emersa la necessità d una politica concreta che sappia rispondere alle esigenze dei cittadini. Ad una prima considerazione sembra bene seguire questa strada.

Infatti si distingue sempre fra "politica nazionale", col compito di affrontare i problemi sul piano di valori condivisi, e "politica amministrativa" immediata e pratica. Credo, però, che
tale distinzione sia da ritenersi abbastanza riduttiva e troppo soggetta a variabili legate alle diverse situazioni del momento, troppo contingentata dalla pressione dell’attualità.

Nel governo di un paese, dietro ad ogni scelta del "fare", non basta pensare e realizzare un progetto ampio e complessivo, ma è necessario partire dai principi e dai valori che motivino e  giustifichino la scelta fatta.

Perciò mi pare necessario precisare che quando usiamo il termine "bisogni" (che in taluni casi possono essere anche superflui), perfino  con la specificazione “bisogni degli ultimi ", non riflettiamo che gli stessi sono la traduzione pratica ed immediata di diritti primari disattesi  o, ancora peggio, violati: diritto all'istruzione, alla casa, al lavoro, alla salute,oltre al grande tema dei diritti civili.

In occasione del Forum sul Welfare è stato giustamente affermato che “se i diritti non sono di tutti diventano privilegi”. Mai niente di più vero.

Mi permetto aggiungere un’ulteriore concetto che potrebbe apparire eccessivo se non letto nel contesto dei diritti: un'amministrazione non ha il compito di essere buona e generosa, ma il dovere di essere "giusta". Deve essere l’ istituzione pubblica a garantire l’esercizio dei diritti, ancor prima della sussidiarietà.

Gli uomini e le donne, tutti parte della stessa umanità aldilà del credo religioso, delle appartenenze politiche, delle condizioni economiche, sociali e culturali, sono soggetti- persone portatrici di diritti, mai semplici oggetto della bontà o della beneficenza degli amministratori. Certamente sono importanti nell'approccio, nel rapporto con l'altro il rispetto, la comprensione, la benevolenza, l'attenzione, la sensibilità ma ognuno di questi movimenti emotivi e positivi dell'animo richiedono, per essere efficaci, la supervisione della razionalità.

Riutilizziamo allora la parola diritti, poniamola al centro del buon amministrare, consapevoli che sono la base per la costruzione di una società diversa da quella odierna, giusta e imparziale. In questo modo anche le parole aiuto, solidarietà riacquisteranno il loro significato autentico.

Isa Vergani


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