Carate Bene Comune

martedì 21 maggio 2013

Difendiamo la scuola!


La difesa della scuola pubblica non è una vuota posizione ideologica. Anche a Carate Brianza è importante sostenere la difesa di una buona scuola pubblica, nel corso degli anni sempre più impoverita di risorse umane, di risorse economiche (tagli statali e tagli locali).
Cenerentola nelle amministrazioni precedenti, deve essere portata al centro dell'attenzione: per esempio, attraverso l’istituzione di un tavolo permanente, visto il difficile stato di emergenza, che sia in grado di integrare sempre più la scuola nel territorio, che colga tutte le occasioni di finanziamento (concorsi, bandi pubblici, sollecitazione del tessuto produttivo al sostegno di progetti mirati, ecc), che sia creativo nel trovare soluzioni innovative ed efficaci.
L’Amministrazione Pubblica deve prendersene cura e tenere desta l’attenzione.

Se deciderete di votarci dovete farlo consapevoli che la nostra voce sarà posta in difesa della nostra scuola. La scuola di tutti e di tutte.

Questo non vuol dire essere contro la scuola privata, ma nello spirito delle parole di Calamandrei, di cui qui sotto trovate alcune importanti considerazioni, credere fortemente che la scuola pubblica deve essere la prima, la premessa. Deve funzionare bene, deve essere ottima. Noi dobbiamo pretendere il meglio per i nostri figli e figlie. Poi ognuno è libero di scegliere secondo i suoi convincimenti di mandare i figli a una scuola che risponde di più alle sue esigenze, quali che esse siano. Ma dobbiamo essere presenti a dire che non ci accontentiamo di una buona scuola, la vogliamo ottima.

Quello che vogliamo è che ognuno di noi, non solo gli eletti, si domandi quanto può mettersi in gioco per evitare che, visti i tempi, tutto vada solo ed esclusivamente in sottrazione, tutto una serie di meno, riportando la scuola a quello che era un tempo: mero insegnare a leggere, scrivere, far di conto, capace di contenere il disagio anziché “lavorarlo”, affrontarlo. Non dobbiamo rassegnarci a una scuola della scarsità. Di buona didattica, a Carate, di buon insegnamento, certo. Ma punto! Non dobbiamo rassegnarci a una scuola che diventa sempre più basica, attraverso L’altra Carate noi saremo in Consiglio rivendicativi sul tenere un’attenzione costante alla scuola pubblica.

La scuola  nella sua funzione fondamentale che è sancita nell’art. 34, in cui è detto: “La scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Una scuola che deve guardare ai meritevoli ma deve anche avere i tempi e gli spazi per portare chi è più debole a dei risultati accettabili, eccellenti secondo le singole capacità, e che guardi al disagio e trovi le modalità di affrontarlo. Al contrario domani il costo sociale del disagio sarà più alto perché oggi abbiamo colpevolmente sottratto.

Noi porteremo in Consiglio l’idea di una scuola “officina di metodo, bottega in cui si impara ad imparare, l’identità di comunità educante (quando la scuola si fa vivaio di relazioni e di valori” (Franco Fabbroni - pedagogista).

Paola Casiraghi
 
 
Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso
dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (ADSN) Roma 11 febbraio 1950
 
… “Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue ...
... La scuola, organo centrale della democrazia, perché serve a risolvere quello che secondo noi è il problema centrale della democrazia: la formazione della classe dirigente. La formazione della classe dirigente, non solo nel senso di classe politica, di quella classe cioè che siede in Parlamento e discute e parla (e magari urla) che è al vertice degli organi più propriamente politici, ma anche classe dirigente nel senso culturale e tecnico: coloro che sono a capo delle officine e delle aziende, che insegnano, che scrivono, artisti, professionisti, poeti. Questo è il problema della democrazia, la creazione di questa classe, la quale non deve essere una casta ereditaria, chiusa, una oligarchia, una chiesa, un clero, un ordine. No. Nel nostro pensiero di democrazia, la classe dirigente deve essere aperta e sempre rinnovata dall’afflusso verso l’alto degli elementi migliori di tutte le classi, di tutte le categorie....
... A questo deve servire la democrazia, permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità (applausi). Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario del suffragio universale. La scuola, che ha proprio questo carattere in alto senso politico, perché solo essa può aiutare a scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di essere scelte, che affiorino da tutti i ceti sociali...
... Vedete, questa immagine è consacrata in un articolo della Costituzione, sia pure con una formula meno immaginosa. È l’art. 34, in cui è detto: “La scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Questo è l’articolo più importante della nostra Costituzione. Bisogna rendersi conto del valore politico e sociale di questo articolo. ... la scuola elabora i migliori per la rinnovazione continua, quotidiana della classe dirigente. Ora, se questa è la funzione costituzionale della scuola nella nostra Repubblica, domandiamoci: com’è costruito questo strumento? Quali sono i suoi principi fondamentali? Prima di tutto, scuola di Stato. Lo Stato deve costituire le sue scuole. Prima di tutto la scuola pubblica. Prima di esaltare la scuola privata bisogna parlare della scuola pubblica. La scuola pubblica è il prius, quella privata è il posterius. Per aversi una scuola privata buona bisogna che quella dello Stato sia ottima (applausi). Vedete, noi dobbiamo prima di tutto mettere l’accento su quel comma dell’art. 33 della Costituzione che dice così: “La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”. Dunque, per questo comma […] lo Stato ha in materia scolastica, prima di tutto una funzione normativa. Lo Stato deve porre la legislazione scolastica nei suoi principi generali. Poi, immediatamente, lo Stato ha una funzione di realizzazione [...].
... Lo Stato non deve dire: io faccio una scuola come modello, poi il resto lo facciano gli altri. No, la scuola è aperta a tutti e se tutti vogliono frequentare la scuola di Stato, ci devono essere in tutti gli ordini di scuole, tante scuole ottime, corrispondenti ai principi posti dallo Stato, scuole pubbliche, che permettano di raccogliere tutti coloro che si rivolgono allo Stato per andare nelle sue scuole. La scuola è aperta a tutti. Lo Stato deve quindi costituire scuole ottime per ospitare tutti. Questo è scritto nell’art. 33 della Costituzione. La scuola di Stato, la scuola democratica, è una scuola che ha un carattere unitario, è la scuola di tutti, crea cittadini, non crea né cattolici, né protestanti, né marxisti...
.... Quando la scuola pubblica è così forte e sicura, allora, ma allora soltanto, la scuola privata non è pericolosa. Allora, ma allora soltanto, la scuola privata può essere un bene. Può essere un bene che forze private, iniziative pedagogiche di classi, di gruppi religiosi, di gruppi politici, di filosofie, di correnti culturali, cooperino con lo Stato ad allargare, a stimolare, e a rinnovare con varietà di tentativi la cultura”...
 
 
 

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