La difesa della scuola pubblica
non è una vuota posizione ideologica. Anche a Carate Brianza è importante
sostenere la difesa di una buona scuola pubblica, nel corso degli anni sempre
più impoverita di risorse umane, di risorse economiche (tagli statali e tagli
locali).
Cenerentola nelle amministrazioni precedenti, deve essere portata al
centro dell'attenzione: per esempio, attraverso l’istituzione di un tavolo permanente, visto il difficile stato di emergenza, che sia in grado di integrare sempre più la
scuola nel territorio, che colga tutte le occasioni di finanziamento (concorsi,
bandi pubblici, sollecitazione del tessuto produttivo al sostegno di progetti
mirati, ecc), che sia creativo nel trovare soluzioni innovative ed efficaci.
L’Amministrazione Pubblica deve prendersene cura e tenere desta l’attenzione.
Se deciderete di votarci dovete farlo consapevoli che la nostra voce
sarà posta in difesa della nostra scuola. La scuola di tutti e di tutte.
Questo non vuol dire essere
contro la scuola privata, ma nello spirito delle parole di Calamandrei, di cui qui sotto trovate alcune importanti considerazioni, credere
fortemente che la scuola pubblica deve
essere la prima, la premessa.
Deve funzionare bene, deve essere ottima. Noi dobbiamo pretendere il meglio per
i nostri figli e figlie. Poi ognuno è libero di scegliere secondo i suoi
convincimenti di mandare i figli a una scuola che risponde di più alle sue
esigenze, quali che esse siano. Ma dobbiamo essere presenti a dire che non ci
accontentiamo di una buona scuola, la vogliamo ottima.
Quello che vogliamo è che ognuno
di noi, non solo gli eletti, si domandi quanto può mettersi in gioco per
evitare che, visti i tempi, tutto vada solo ed esclusivamente in sottrazione,
tutto una serie di meno, riportando la scuola a quello che era un tempo:
mero insegnare a leggere, scrivere, far di conto, capace di contenere il
disagio anziché “lavorarlo”, affrontarlo. Non dobbiamo rassegnarci a una scuola
della scarsità. Di buona didattica, a Carate, di buon insegnamento, certo. Ma
punto! Non dobbiamo rassegnarci a una scuola che diventa sempre più basica,
attraverso L’altra Carate noi saremo in Consiglio rivendicativi sul tenere
un’attenzione costante alla scuola pubblica.
La scuola nella sua funzione fondamentale che è sancita
nell’art. 34, in cui è detto: “La scuola
è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto
di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Una scuola che deve guardare
ai meritevoli ma deve anche avere i tempi e gli spazi per portare chi è
più debole a dei risultati accettabili, eccellenti secondo le singole capacità, e
che guardi al disagio e trovi le modalità di affrontarlo. Al contrario domani
il costo sociale del disagio sarà più alto perché oggi abbiamo colpevolmente
sottratto.
Noi porteremo in Consiglio l’idea di una scuola “officina di
metodo, bottega in cui si impara ad imparare, l’identità di comunità educante
(quando la scuola si fa vivaio di relazioni e di valori” (Franco Fabbroni -
pedagogista).
Paola Casiraghi
Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso
dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (ADSN) Roma 11
febbraio 1950
… “Se si dovesse fare un paragone
tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la
scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione
di creare il sangue ...
... La scuola, organo centrale
della democrazia, perché serve a risolvere quello che secondo noi è il problema
centrale della democrazia: la formazione della classe dirigente. La formazione
della classe dirigente, non solo nel senso di classe politica, di quella classe
cioè che siede in Parlamento e discute e parla (e magari urla) che è al vertice
degli organi più propriamente politici, ma anche classe dirigente nel senso
culturale e tecnico: coloro che sono a capo delle officine e delle aziende, che
insegnano, che scrivono, artisti, professionisti, poeti. Questo è il problema
della democrazia, la creazione di questa classe, la quale non deve essere una
casta ereditaria, chiusa, una oligarchia, una chiesa, un clero, un ordine. No.
Nel nostro pensiero di democrazia, la classe dirigente deve essere aperta e
sempre rinnovata dall’afflusso verso l’alto degli elementi migliori di tutte le
classi, di tutte le categorie....
... A questo deve servire la
democrazia, permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di
dignità (applausi). Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il
complemento necessario del suffragio universale. La scuola, che ha proprio
questo carattere in alto senso politico, perché solo essa può aiutare a
scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di essere scelte,
che affiorino da tutti i ceti sociali...
... Vedete, questa immagine è
consacrata in un articolo della Costituzione, sia pure con una formula meno
immaginosa. È l’art. 34, in cui è detto: “La scuola è aperta a tutti. I capaci
ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi
più alti degli studi”. Questo è l’articolo più importante della nostra
Costituzione. Bisogna rendersi conto del valore politico e sociale di questo
articolo. ... la scuola elabora i migliori per la rinnovazione continua,
quotidiana della classe dirigente. Ora, se questa è la funzione costituzionale
della scuola nella nostra Repubblica, domandiamoci: com’è costruito questo
strumento? Quali sono i suoi principi fondamentali? Prima di tutto, scuola di
Stato. Lo Stato deve costituire le sue scuole. Prima di tutto la scuola
pubblica. Prima di esaltare la scuola
privata bisogna parlare della scuola pubblica. La scuola pubblica è il prius,
quella privata è il posterius. Per aversi una scuola privata buona bisogna che
quella dello Stato sia ottima (applausi). Vedete, noi dobbiamo prima di
tutto mettere l’accento su quel comma dell’art. 33 della Costituzione che dice
così: “La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce
scuole statali per tutti gli ordini e gradi”. Dunque, per questo comma […] lo
Stato ha in materia scolastica, prima di tutto una funzione normativa. Lo Stato
deve porre la legislazione scolastica nei suoi principi generali. Poi,
immediatamente, lo Stato ha una funzione di realizzazione [...].
... Lo Stato non deve dire: io
faccio una scuola come modello, poi il resto lo facciano gli altri. No, la
scuola è aperta a tutti e se tutti vogliono frequentare la scuola di Stato, ci
devono essere in tutti gli ordini di scuole, tante scuole ottime,
corrispondenti ai principi posti dallo Stato, scuole pubbliche, che permettano
di raccogliere tutti coloro che si rivolgono allo Stato per andare nelle sue
scuole. La scuola è aperta a tutti. Lo Stato deve quindi costituire scuole
ottime per ospitare tutti. Questo è scritto nell’art. 33 della Costituzione. La
scuola di Stato, la scuola democratica, è una scuola che ha un carattere
unitario, è la scuola di tutti, crea cittadini, non crea né cattolici, né
protestanti, né marxisti...
.... Quando la scuola pubblica è
così forte e sicura, allora, ma allora soltanto, la scuola privata non è
pericolosa. Allora, ma allora soltanto, la scuola privata può essere un bene.
Può essere un bene che forze private, iniziative pedagogiche di classi, di
gruppi religiosi, di gruppi politici, di filosofie, di correnti culturali,
cooperino con lo Stato ad allargare, a stimolare, e a rinnovare con varietà di
tentativi la cultura”...
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