Carate Bene Comune

martedì 28 maggio 2013

Un risultato straordinario!

La coalizione Carate Bene Comune a sostegno di Francesco Paoletti è giunta ad un soffio dalla vittoria al primo turno. Sarà ballottaggio il 9 e 10 giugno. Il cambiamento storico in Carate è ad un passo. Perciò è necessario tornare a votare per Francesco Paoletti fra due settimane!





sabato 25 maggio 2013

venerdì 24 maggio 2013

Incontro in allegria


Associazionismo


Carate è fra i primi paesi in Italia come numero di Associazioni presenti sul territorio. Questa è indubbiamente una grande ricchezza per il nostro paese. Il rischio è che ognuna di loro si richiuda al suo interno, rivolta alla propria utenza senza che le  iniziative proposte abbiano una più ampia ricaduta sul territorio. Riteniamo perciò che esista, anche in questo ambito, la necessità di un coordinamento fra le Associazioni con i seguenti obiettivi:

·          migliorare la distribuzione degli eventi nell’arco dell’anno;

·         “contaminare” in modo più efficace le varie esperienze fra di loro;

·          favorire la circolazione delle idee che si traduca in una maggior ricchezza culturale per le Associazioni e per la cittadinanza;

·         migliorare la comunicazione per coinvolgere i caratesi nella progettazione e nella realizzazione degli eventi promossi dalle diverse realtà associative;

·         raccogliere adesioni di cittadini desiderosi di “essere utili socialmente” indirizzandoli nelle attività di volontariato più affini alle loro predisposizioni, sostenendoli con adeguati corsi di formazione;

Commercio e attività produttive


Salvare i negozi di vicinato e la rete di piccoli esercizi significa salvare la vitalità dei luoghi abitati. Per questo ci prefiggiamo di:

·      favorire l'accesso agevolato ai negozi attraverso percorsi pedonali e la riduzione della aree di sosta a pagamento nelle le zone prossime ai negozi di prima necessità

·      introdurre una carta sconti per i pensionati e le famiglie numerose, sottoscrivendo anche convenzioni che permettano la consegna a domicilio della spesa, soprattutto agli anziani,

·      incentivare il “ritorno” all'acquisto nei negozi di Carate. Occorre ricostruire una forte empatia tra i Clienti cittadini Caratesi e gli storici e nuovi negozianti anche tramite l'organizzazione di eventi a cadenza periodica

·      garantire il mantenimento del mercato in via S.Bernardo, che appresenta un punto di riferimento per tutti i Caratesi, in particolare per gli abitanti del centro storico e per chi non è dotato di automezzi propri.

·      contrastare la diffusione di slot – machine e giochi d’azzardo sul nostro territorio anche attraverso incentivi fiscali per gli esercizi che si mantengano liberi da essi;

·      localizzare negozi che possano costituire un servizio per i quartieri al di là del Viale Brianza definendo una collocazione ottimale anche rispetto alla nuova scuola elementare, quali una cartoleria e una piccola rivendita di generi alimentari. Favorire la localizzazione o la riapertura di negozi analoghi anche presso le Frazioni di Costalambro ed Agliate.
 

Le attività produttive (industria ed artigianato) sono oggi in grande difficoltà a causa della crisi economica. L’Amministrazione Comunale dispone di leve limitate con cui sostenerle, ma può comunque impegnarsi nella seguenti azioni:
 

·           avviare incontri sistematici (mai attuati negli ultimi anni) con i responsabili dei Settori e con le associazioni di categoria per rilevarne le esigenze specifiche;

·           rilevare le potenzialità delle aziende caratesi che possono realizzare una effettiva crescita dell’occupazione e sostenerle con previsioni specifiche e condizionate nella redazione del nuovo PGT e con le attività del SUAP;

·           garantire una maggior efficienza dell’ufficio commercio per velocizzare le pratiche del Settore;

·           partecipare con patrocini e contributi la fattibilità di una manifestazione espositiva di prodotti, manufatti e altro, da associare alla Festa Caratese del Commercio, dell'Artigianato e dei servizi

·           migliorare gli standard qualitativi dei servizi resi nella zona artigianale e industriale e contenere, quando sarà possibile alcune voci di spesa come l’IMU e la Tares che gravano sui costi delle imprese;

·           far conoscere meglio e valorizzare le realtà commerciali e produttive del nostro territorio, mediante un circuito turistico locale con recupero delle tradizioni, che ne rappresenti la natura storica, l’ambiente, la cultura, le tradizioni. Sfruttare la cartellonistica elettronica per  pubblicizzare i settori produttivi e di vendita caratesi.

Bilancio ed efficienza gestionale


Il bilancio del Comune di Carate fino al 2011 non è stato caratterizzato da un corretto equilibrio economico: l’esenzione dei vincoli del “patto di stabilità” ha infatti portato a un consistente aumento della spesa corrente, cresciuta in un decennio ad un tasso quasi triplo rispetto all’inflazione, e ciò specialmente in voci di spesa non direttamente rapportabili alla produzione di servizi finali destinati ai cittadini. Tutto questo si è riflesso in un forte incremento della pressione fiscale. L’IRPEF comunale era già stata sestuplicata nell’Amministrazione precedente raggiungendo i massimi, mentre questa Amministrazione ha aumentato sistematico tutte le tariffe, con un aumento delle spese che le famiglie si trovano a sostenere per accedere ai servizi prodotti direttamente dal Comune (da quelli scolastici, alla Tarsu, ai servizi cimiteriali…) o (a causa di tagli) a quelli erogati in regime di convenzione. Il bilancio peraltro oggi appesantito dalla necessità di restituire i mutui contratti negli ultimi dieci anni perché la copertura della spesa corrente è stata attuate attraverso il sistematico utilizzo degli oneri di urbanizzazione e ciò ha comportato un rilevante aumento dell’indebitamento per finanziare i lavori pubblici. Per questo nell’ultimo anno si sono dovute stabilire aliquote IMU ai massimi livelli possibili per le seconde case ed i terreni edificabili, e molto prossimi ad essi anche per le attività produttive, oggi in forte difficoltà a causa della recessione. Noi intendiamo:

·         riqualificare la spesa con tagli mirati su tutte le voci non direttamente raccordabili alla produzione di servizi finali;

·         ridurre almeno del 30% la componente di spesa legata ai costi dell’Amministrazione (ossia, dell’ammontare totale delle indennità di carica versate ai membri della Giunta e al Presidente del Consiglio Comunale), che già peraltro ci eravamo impegnati a ridurre per questa entità rispetto alla precedente amministrazione;

·         ricercare economie in tutti gli appalti e i contratti esterni;

·         tagliare le spese per consulenze esterne che potranno essere assicurate dalla competenze dei membri della Giunta;

·         procedere in una riorganizzazione della struttura comunale che aggiunga a leve informatiche più evolute logiche di gestione in grado di valorizzare il contributo dell’intero organismo personale nella produzione di servizi ai cittadini.

 

giovedì 23 maggio 2013

Politiche del territorio


Il nostro giudizio sul Piano di Governo del Territorio è stato fin dalla prima ora fortemente negativo per le previsioni esagerate di consumo di suolo in una città già radicalmente modificata dal vecchio Piano Regolatore.

Gli interventi edificatori già effettuati sommati a quelli per i quali si sono avviati gli iter amministrativi finiranno per stravolgere in modo irreversibile, l’impianto urbano ereditato dalla storia della nostra città.

Le nostre preoccupazioni non sono solo di carattere ecologico, che pure sono importanti e decisive, ma riguardano anche altri effetti significativi che si potrebbero manifestare se il piano venisse attuato così com’è. Infatti il moltiplicarsi degli insediamenti abitativi porta con sé molti problemi, quali:

·         l’affievolirsi delle relazioni interpersonali e sociali dei cittadini con la perdita del senso di appartenenza alla comunità;

·         una carenza di socialità e di vitalità dei quartieri che pone reali problemi di sicurezza: più un luogo è frequentato da persone che hanno relazioni solide e più è naturalmente sicuro; più la città si estende e più si desertifica;

·         l’impoverimento delle tradizioni e della ricchezza culturale della comunità;

·         il deprezzamento nei valori delle abitazioni esistenti che costituiscono la prima fonte di risparmio per molte famiglie;

·         e, soprattutto, il peggioramento della qualità della vita, provocato dagli inquinamenti, dal traffico, dalla congestione urbana.

A questi motivi si sono aggiunte le gravi irregolarità che hanno viziato la formulazione del PGT: è un fatto acclarato dalla giustizia che almeno 5 ambiti sono stati inseriti in Piani Attuativi solo a seguito di atti di corruzione, ma il sistema che ha operato per essi verosimilmente ha riguardato anche altre situazioni.

Riteniamo pertanto indispensabile procedere nel minor tempo possibile ad un rifacimento del PGT secondo una impostazione a consumo zero di suolo. Per dare più efficacia a questa azione sarà peraltro necessario che la gente di Carate sia veramente coinvolta in tale processo, non limitandosi alle forma di partecipazione strettamente previste dalla Legge 12. Bisognerà invece:

·         superare l’idea che solo gli “esperti” si devono occupare del progetto di città;

·         realizzare una partecipazione che sia, nel contempo, individuazione delle reali esigenze e costruzione di risposte condivise;

·         evitare, come è accaduto finora, che si confonda la partecipazione con l’informazione offerta alla città di scelte già prese.


In particolare la nostra lista individua i seguenti punti sui quali concentrare l’azione della prossima amministrazione comunale:


a. partecipazione alla fase attuativa del PGT:

 
§         realizzare consultazioni nel mondo delle associazioni, dei sindacati, degli imprenditori, dei commercianti, degli artigiani per raccogliere osservazioni e proposte;

§         effettuare interviste a campioni significativi, organizzare concorsi pubblici, convegni, riunioni nei quartieri e nelle frazioni e via dicendo;

§         mettere a disposizione del percorso partecipativo tutti quegli strumenti e servizi che sono indispensabili alla sua riuscita.

b. forma urbana:


§         evitare che la costruzione del disegno urbano rimanga una prerogativa pressoché assoluta degli investitori privati cui vengono delegate decisioni che coinvolgono il destino di tutti, presente e futuro;

§         contrastare l’eccessiva specializzazione delle zone della città, evitando, ad esempio, di connotare le aree al di là del viale Brianza come quartieri dormitorio e privi di servizi;

§         migliorare l’accessibilità e i collegamenti fra spazi pubblici e privati, costruendo percorsi protetti anche attraverso il verde cittadino (es: parco Cusani) per dare vitalità e frequentazione ai più importanti spazi pubblici, quale antidoto al degrado e all’insicurezza;

§         riqualificare l’incrocio di S. Bernardo come punto panoramico di particolare pregio e porta di accesso alla città;

§         incrementare la frequentazione della Villa Cusani come luogo privilegiato di avvenimenti temporanei (mostre o convegni), ma anche come sede di attività culturali o politiche permanenti;

§         rilanciare la vita sociale delle frazioni e nei quartieri con proposte di maggior coinvolgimento nella gestione amministrativa e con il decentramento di alcuni servizi comunali;

§         stimolare la trasformazione e il pieno recupero, anche per utilizzo pubblico, di importanti aree dismesse o male utilizzate.


c. ecologia e sicurezza ambientale:


§         Collegare, laddove è possibile, aree verdi fra di loro (corridoi ecologici);

§         progettare nuovi PLIS (Parchi Locali di Interesse Sovracomunale) per connettere e integrare il sistema del verde urbano e con quello delle aree protette situate in comuni limitrofi;

§         predisporre un piano di prevenzione dei rischi idrogeologici;

§         migliorare la difesa del fiume Lambro attraverso la costituzione di associazioni e accordi sovra comunali volti a ridurre l’inquinamento delle acque;

§         tutelare il parco fluviale con progetti di difesa delle sponde e di rinaturalizzazione del percorso delle acque e dell’ambiente circostante;

§         proseguire nella riqualificazione dei sentieri  lungo le sponde del fiume;

§         controllare l’inquinamento da polveri, luminoso ed acustico e risolvere i problemi urgenti legati alla presenza di amianto in alcuni edifici sul territorio comunale;

§         riorganizzare il servizio raccolta rifiuti, sulla base di 4 r: riduzione, recupero, riciclo, riuso.

d. fabbisogno edilizio:
§         individuare il fabbisogno di abitazioni in rapporto a previsioni demografiche realistiche, anche in relazione agli standards abitativi e al reddito dei cittadini;

§         introdurre meccanismi premiali per chi affitta (a Carate ci sono oltre 400 appartamenti vuoti);

§         acquisire finanziamenti regionali e statali per offrire opportunità abitative in affitto moderato e sociale;

§         recuperare il maggior numero possibile di costruzioni esistenti;

§         incentivare l’adozione di accorgimenti per il risparmio energetico e per l’uso di energie provenienti da fonti rinnovabili ;

§         adeguare le reti tecnologiche, quali l’acquedotto, le condotte del gas, le fognature e via dicendo.

e. attività commerciali e produttive:


§         predisporre un’offerta di aree per attività artigianali e la piccola industria commisurata ai bisogni effettivi della città;

§         tutelare il sistema commerciale di Carate, essenziale per la vitalità del paese e per le relazioni umane, evitando l’insediamento di grandi e medi centri commerciali;

§         facilitare il mantenimento di attività produttive individuali o di piccole dimensione dentro la città;

§         promuovere consorzi e associazioni con comuni limitrofi per realizzare infrastrutture e servizi utili alle attività produttive.

 f. crescita qualitativa e la distribuzione dei servizi

§         garantire, in campo sanitario, la presenza sul territorio dei servizi essenziali, difendendo la permanenza a Carate della sede sanitaria distrettuale e dell’ospedale Vittorio Emanuele III e sostenendo gli istituti clinici Zucchi nel miglioramento della collaborazione fra gli enti;

§         potenziare gli spazi ambulatoriali Psichiatrici di via Donizetti con la creazione di Centro Psico- Sociale;

§         organizzare eventi formativi su salute e stili di vita

§         migliorare la qualità degli edifici scolastici rendendoli più funzionali alle moderne tecniche didattiche, completando l’interconnessione alle reti telematiche e la messa in sicurezza di tutti gli impianti tecnologici; completare la realizzazione della nuova scuola risolvendo anche i problemi di viabilità (accessi, percorsi protetti e parcheggi) ad oggi ancora non affrontati;

§         valorizzare i luoghi di incontro per gli anziani e predisporre laboratori o occasioni di socializzazione per i giovani;

§         promuovere la cultura della solidarietà e della buona vicinanza come uno dei tratti tipici della comunità caratese
g. mobilità: 
§         attuare un piano urbano del traffico che definisca la gerarchia delle strade urbane, razionalizzi i percorsi obbligati, migliori la viabilità anche con interventi di natura strutturale;

§         proibire il traffico pesante su alcuni tratti urbani (Agliate);

§         progettare zone a traffico limitato in aree centrali del paese;

§         allestire percorsi protetti (piste ciclabili e/o ciclopedonali) di collegamento fra le più importanti strutture pubbliche (Scuole, Comune, Ospedale, ecc);

§         migliorare o istituire collegamenti con le stazioni ferroviarie di Seregno, Villa Raverio e Carate Calò;

§         favorire la realizzazione di parcheggi (anche sotterranei) che siano in armonia con la scena urbana esistente, limitando al massimo il ricorso ai parcheggi a pagamento;

§         predisporre un piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche in tutti gli edifici e spazi pubblici;

§         predisporre una presenza assidua della polizia locale nelle strade e nelle piazze per controllare il regolare svolgimento del traffico e della sosta.

Partecipazione e trasparenza


Riteniamo (e non da oggi) che solo il rapporto costante tra eletti ed elettori, tra chi ricopre le cariche istituzionali e i cittadini, possa garantire una democrazia compiuta. Non vi è nessuna effettiva libertà senza strumenti e forme di partecipazione aperte e trasparenti. A Carate, la partecipazione è stata spesso enunciata, ma assai poco praticata. Per questo è necessario un altro modo di amministrare:

  • Il Consiglio Comunale deve tornare ad essere luogo di dibattito dove si definiscono gli indirizzi per la funzione esecutiva, e non un mero organo di ratifica (e caso mai di controllo) per decisioni prese altrove; i consiglieri devono perciò essere coinvolti anticipatamente nell’iter di formazione di una decisione, e cioè a partire dall’identificazione del problema o dalla occasione che determina la necessità di decidere;
  • È necessario dare maggiore trasparenza e pubblicità all’attività amministrativa, utilizzando anche le opportunità offerte dalle nuove tecnologie informatiche (Consigli Comunali visionabili in streaming internet, archivio storico delle sedute, maggiore completezza delle informazioni relative a delibere, ordinanze, documenti a partire dall’avvio dell’iter deliberativo del consiglio, e via dicendo);
  • Occorre istituire consulte permanenti con le associazioni che sul territorio offrono risposte ai bisogni delle persone e delle famiglie: è un modo per promuovere la cittadinanza attiva, aumentando la condivisione delle politiche pubbliche, la fiducia nelle istituzioni, la coesione della comunità territoriale;
  • Le Commissioni consiliari dovranno essere sempre aperte alla cittadinanza;
  • E' necessario creare un portare interattivo dedicato al contatto diretto con i cittadini che potranno esprimere opinioni, fornire suggerimenti, segnalare problematiche e manifestare il proprio grado di soddisfazione sull'operato dell'amministrazione comunale;
  • Si terranno periodiche assemblee pubbliche di incontro e confronto fra cittadinanza e amministrazione;
Si dovranno istituire i consigli di frazione, organo di partecipazione previsto da oltre 10 anni nel nostro Statuto e mai posto in funzione

martedì 21 maggio 2013

Difendiamo la scuola!


La difesa della scuola pubblica non è una vuota posizione ideologica. Anche a Carate Brianza è importante sostenere la difesa di una buona scuola pubblica, nel corso degli anni sempre più impoverita di risorse umane, di risorse economiche (tagli statali e tagli locali).
Cenerentola nelle amministrazioni precedenti, deve essere portata al centro dell'attenzione: per esempio, attraverso l’istituzione di un tavolo permanente, visto il difficile stato di emergenza, che sia in grado di integrare sempre più la scuola nel territorio, che colga tutte le occasioni di finanziamento (concorsi, bandi pubblici, sollecitazione del tessuto produttivo al sostegno di progetti mirati, ecc), che sia creativo nel trovare soluzioni innovative ed efficaci.
L’Amministrazione Pubblica deve prendersene cura e tenere desta l’attenzione.

Se deciderete di votarci dovete farlo consapevoli che la nostra voce sarà posta in difesa della nostra scuola. La scuola di tutti e di tutte.

Questo non vuol dire essere contro la scuola privata, ma nello spirito delle parole di Calamandrei, di cui qui sotto trovate alcune importanti considerazioni, credere fortemente che la scuola pubblica deve essere la prima, la premessa. Deve funzionare bene, deve essere ottima. Noi dobbiamo pretendere il meglio per i nostri figli e figlie. Poi ognuno è libero di scegliere secondo i suoi convincimenti di mandare i figli a una scuola che risponde di più alle sue esigenze, quali che esse siano. Ma dobbiamo essere presenti a dire che non ci accontentiamo di una buona scuola, la vogliamo ottima.

Quello che vogliamo è che ognuno di noi, non solo gli eletti, si domandi quanto può mettersi in gioco per evitare che, visti i tempi, tutto vada solo ed esclusivamente in sottrazione, tutto una serie di meno, riportando la scuola a quello che era un tempo: mero insegnare a leggere, scrivere, far di conto, capace di contenere il disagio anziché “lavorarlo”, affrontarlo. Non dobbiamo rassegnarci a una scuola della scarsità. Di buona didattica, a Carate, di buon insegnamento, certo. Ma punto! Non dobbiamo rassegnarci a una scuola che diventa sempre più basica, attraverso L’altra Carate noi saremo in Consiglio rivendicativi sul tenere un’attenzione costante alla scuola pubblica.

La scuola  nella sua funzione fondamentale che è sancita nell’art. 34, in cui è detto: “La scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Una scuola che deve guardare ai meritevoli ma deve anche avere i tempi e gli spazi per portare chi è più debole a dei risultati accettabili, eccellenti secondo le singole capacità, e che guardi al disagio e trovi le modalità di affrontarlo. Al contrario domani il costo sociale del disagio sarà più alto perché oggi abbiamo colpevolmente sottratto.

Noi porteremo in Consiglio l’idea di una scuola “officina di metodo, bottega in cui si impara ad imparare, l’identità di comunità educante (quando la scuola si fa vivaio di relazioni e di valori” (Franco Fabbroni - pedagogista).

Paola Casiraghi
 
 
Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso
dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (ADSN) Roma 11 febbraio 1950
 
… “Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue ...
... La scuola, organo centrale della democrazia, perché serve a risolvere quello che secondo noi è il problema centrale della democrazia: la formazione della classe dirigente. La formazione della classe dirigente, non solo nel senso di classe politica, di quella classe cioè che siede in Parlamento e discute e parla (e magari urla) che è al vertice degli organi più propriamente politici, ma anche classe dirigente nel senso culturale e tecnico: coloro che sono a capo delle officine e delle aziende, che insegnano, che scrivono, artisti, professionisti, poeti. Questo è il problema della democrazia, la creazione di questa classe, la quale non deve essere una casta ereditaria, chiusa, una oligarchia, una chiesa, un clero, un ordine. No. Nel nostro pensiero di democrazia, la classe dirigente deve essere aperta e sempre rinnovata dall’afflusso verso l’alto degli elementi migliori di tutte le classi, di tutte le categorie....
... A questo deve servire la democrazia, permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità (applausi). Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario del suffragio universale. La scuola, che ha proprio questo carattere in alto senso politico, perché solo essa può aiutare a scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di essere scelte, che affiorino da tutti i ceti sociali...
... Vedete, questa immagine è consacrata in un articolo della Costituzione, sia pure con una formula meno immaginosa. È l’art. 34, in cui è detto: “La scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Questo è l’articolo più importante della nostra Costituzione. Bisogna rendersi conto del valore politico e sociale di questo articolo. ... la scuola elabora i migliori per la rinnovazione continua, quotidiana della classe dirigente. Ora, se questa è la funzione costituzionale della scuola nella nostra Repubblica, domandiamoci: com’è costruito questo strumento? Quali sono i suoi principi fondamentali? Prima di tutto, scuola di Stato. Lo Stato deve costituire le sue scuole. Prima di tutto la scuola pubblica. Prima di esaltare la scuola privata bisogna parlare della scuola pubblica. La scuola pubblica è il prius, quella privata è il posterius. Per aversi una scuola privata buona bisogna che quella dello Stato sia ottima (applausi). Vedete, noi dobbiamo prima di tutto mettere l’accento su quel comma dell’art. 33 della Costituzione che dice così: “La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”. Dunque, per questo comma […] lo Stato ha in materia scolastica, prima di tutto una funzione normativa. Lo Stato deve porre la legislazione scolastica nei suoi principi generali. Poi, immediatamente, lo Stato ha una funzione di realizzazione [...].
... Lo Stato non deve dire: io faccio una scuola come modello, poi il resto lo facciano gli altri. No, la scuola è aperta a tutti e se tutti vogliono frequentare la scuola di Stato, ci devono essere in tutti gli ordini di scuole, tante scuole ottime, corrispondenti ai principi posti dallo Stato, scuole pubbliche, che permettano di raccogliere tutti coloro che si rivolgono allo Stato per andare nelle sue scuole. La scuola è aperta a tutti. Lo Stato deve quindi costituire scuole ottime per ospitare tutti. Questo è scritto nell’art. 33 della Costituzione. La scuola di Stato, la scuola democratica, è una scuola che ha un carattere unitario, è la scuola di tutti, crea cittadini, non crea né cattolici, né protestanti, né marxisti...
.... Quando la scuola pubblica è così forte e sicura, allora, ma allora soltanto, la scuola privata non è pericolosa. Allora, ma allora soltanto, la scuola privata può essere un bene. Può essere un bene che forze private, iniziative pedagogiche di classi, di gruppi religiosi, di gruppi politici, di filosofie, di correnti culturali, cooperino con lo Stato ad allargare, a stimolare, e a rinnovare con varietà di tentativi la cultura”...
 
 
 

domenica 19 maggio 2013

Tutela dei diritti


Care cittadine, cari cittadini,

in questi giorni nei dibattiti, nei forum, negli incontri è emersa la necessità d una politica concreta che sappia rispondere alle esigenze dei cittadini. Ad una prima considerazione sembra bene seguire questa strada.

Infatti si distingue sempre fra "politica nazionale", col compito di affrontare i problemi sul piano di valori condivisi, e "politica amministrativa" immediata e pratica. Credo, però, che
tale distinzione sia da ritenersi abbastanza riduttiva e troppo soggetta a variabili legate alle diverse situazioni del momento, troppo contingentata dalla pressione dell’attualità.

Nel governo di un paese, dietro ad ogni scelta del "fare", non basta pensare e realizzare un progetto ampio e complessivo, ma è necessario partire dai principi e dai valori che motivino e  giustifichino la scelta fatta.

Perciò mi pare necessario precisare che quando usiamo il termine "bisogni" (che in taluni casi possono essere anche superflui), perfino  con la specificazione “bisogni degli ultimi ", non riflettiamo che gli stessi sono la traduzione pratica ed immediata di diritti primari disattesi  o, ancora peggio, violati: diritto all'istruzione, alla casa, al lavoro, alla salute,oltre al grande tema dei diritti civili.

In occasione del Forum sul Welfare è stato giustamente affermato che “se i diritti non sono di tutti diventano privilegi”. Mai niente di più vero.

Mi permetto aggiungere un’ulteriore concetto che potrebbe apparire eccessivo se non letto nel contesto dei diritti: un'amministrazione non ha il compito di essere buona e generosa, ma il dovere di essere "giusta". Deve essere l’ istituzione pubblica a garantire l’esercizio dei diritti, ancor prima della sussidiarietà.

Gli uomini e le donne, tutti parte della stessa umanità aldilà del credo religioso, delle appartenenze politiche, delle condizioni economiche, sociali e culturali, sono soggetti- persone portatrici di diritti, mai semplici oggetto della bontà o della beneficenza degli amministratori. Certamente sono importanti nell'approccio, nel rapporto con l'altro il rispetto, la comprensione, la benevolenza, l'attenzione, la sensibilità ma ognuno di questi movimenti emotivi e positivi dell'animo richiedono, per essere efficaci, la supervisione della razionalità.

Riutilizziamo allora la parola diritti, poniamola al centro del buon amministrare, consapevoli che sono la base per la costruzione di una società diversa da quella odierna, giusta e imparziale. In questo modo anche le parole aiuto, solidarietà riacquisteranno il loro significato autentico.

Isa Vergani


sabato 18 maggio 2013

Inno al duce, interviene l'Anpi di Carate Brianza

Riportiamo il comunicato stampa diramato dall' Associazione Nazionale Partigiani d'Italia di Carate.

Il Comitato Direttivo dell’Anpi di Carate Brianza, riunitosi dopo essere venuto a conoscenza delle gravi esternazioni della candidata Pdl, Alessandra Indiano, e dopo aver letto la conseguente risposta del candidato Sindaco del centrodestra Luigi Nava, esprime profonda indignazione e preoccupazione.

Inneggiare al duce ed al fascismo, indicare Mussolini, dittatore spietato e promulgatore delle leggi razziali, quale unico degno Presidente della Repubblica, rappresenta non solo una grave offesa alla storia democratica italiana ma anche alla città di Carate Brianza, ai suoi giovani Partigiani, Dante Cesana, Claudio Cesana, Angelo Viganò, Andrea Ronchi,  che vennero uccisi dal fuoco del regime nazifascista mentre combattevano per restituire la libertà e la democrazia al popolo italiano. L’apologia di fascismo è un reato perseguibile a termini di Legge.

Ricordiamo che la cosiddetta Legge Mancino all’art.4 punisce "chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”. In questo contesto normativo dovrebbe essere giudicata la pubblicazione della fotografia che ritrae Benito Mussolini con tanto di simbolo del Partito Nazionale Fascista e la scritta: “ L’unico Presidente della Repubblica che vorrei”.

Ci ha molto sorpreso e preoccupato che Nava abbia minimizzato e di fatto giustificato le aberranti prese di posizione della candidata Indiano. L’Anpi invita il candidato Sindaco ad esprimere una chiara e netta posizione di condanna di quanto avvenuto. Nella Costituzione Italiana e nelle Istituzioni democratiche, quale l’amministrazione comunale cittadina, non c’è posto per il neofascismo.
 
Il Comitato direttivo Anpi Carate Brianza
 
Ecco il link:


Meglio cambiare! Vota L'altra Carate!


Da grotta a grotta



sabato 11 maggio 2013

...e il candidato Nava la difende !

 
 

Benito Mussolini ritratto in una fotografia con la scritta: “L’unico presidente della Repubblica che vorrei”. Poi numerosi altri post condivisi da pagine che inneggiano al Duce e al fascismo, ad esempio: “Giovani fascisti italiani”, “Benito Mussolini. Fascismo e Libertà”, “Bianchi fuori neri dentro”. Non sono immagini che arrivano dal passato. Sono messaggi di stampo fascista e  razzista, intrisi di odio, diffusi su facebook da Indiano Alessandra, candidata a Carate  per il PDL. 

Fino a lunedì 6 maggio Indiano si accodava alle grevi offese rivolte al Ministro Cecile Kienge, prontamente rimosse il giorno seguente. Rimosse per vergogna o opportunità politica? E ancora oggi sulle sue pagine si trova un post dove il Presidente della Camera Laura Boldrini viene accostata ai dittatori Kim Jing Un e Ahmadinejab.

Ci chiediamo come sia possibile candidare a ricoprire un ruolo istituzionale, a rappresentare i cittadini, personaggi il cui credo sono il fascismo, la dittatura e l’odio razziale e che manifestano un simile rispetto per i vertici delle nostre istituzioni.

Le nostre domande però si impongono al candidato Sindaco Luigi Nava: è a conoscenza del fatto che nella lista del Pdl a suo sostegno è presente una persona che si ispira così apertamente all’ideologia fascista e all’odio razziale? E soprattutto, cosa intende fare ora?

Dopo “Carate nostra” e le conseguenti condanne pensavamo che il centrodestra caratese avesse raggiunto il fondo. Evidentemente, al peggio non c’è mai fine. 
 
I candidati della Coalizione Carate Bene Comune


giovedì 9 maggio 2013

Io partecipo !

 
 
 
 
Sabato 11 maggio dalle ore 14.30 alle 17.30 i candidati della Lista L'altra Carate
 incontreranno la cittadinanza.
 
    Appuntamento in piazza Battisti !