Carate Bene Comune

mercoledì 27 marzo 2013

Petrolio nel Lambro. Imputati assenti al processo.

Rassegna stampa
 
Villasanta, 26 marzo 2013 - Imputati tutti assenti e dichiarati contumaci. È quanto è accaduto alla prima udienza del processo al Tribunale di Monza per lo scempio ambientale all’ex raffineria dismessa di Villasanta trasformata in sito di stoccaggio di idrocarburi da dove nella notte del 22 febbraio 2010 vennero sversati nel Lambro almeno 2.400 tonnellate di gasolio e olii combustibili.
Hanno preferito non presentarsi in aula e sono stati dichiarati contumaci dal collegio di giudici monzesi presieduto da Letizia Brambilla i quattro imputati al processo. Di disastro doloso (un reato che prevede una pena fino a 12 anni di reclusione) sono imputati i responsabili della Lombarda Petroli, i cugini Giuseppe e Rinaldo Tagliabue, e il direttore dello stabilimento di Villasanta Vincenzo Castagnoli, mentre di omesso controllo deve rispondere il custode Giorgio Crespi.
Secondo la tesi delle pm monzesi Donata Costa e Emma Gambardella (ieri presente al processo a rappresentare la pubblica accusa Emma Gambardella), i vertici della Lombarda Petroli sono responsabili di disastro doloso perché la notte dello sversamento "allo scopo di coprire i vistosi ammanchi di prodotti petroliferi che sarebbero inevitabilmente emersi alla chiusura dell’impianto prevista a distanza di qualche mese" gli imputati "facevano fuoriuscire nel piazzale della Lombarda Petroli almeno 1.600 tonnellate di gasolio e almeno 812 tonnellate di olio combustibile" e dopo "fingendo di coordinare i soccorsi, versavano acqua sugli idrocarburi presenti sul terreno con lo scopo di aumentare i quantitativi del prodotto disperso e far perdere le tracce degli ammanchi, così causando la tracimazione del prodotto nel collettore collegato con la pubblica fognatura e così provocando un grave episodio di disastro ambientale". Perché i prodotti petroliferi "tracimavano nel collettore, raggiungevano il depuratore di Monza e poi il fiume Lambro, il Po e l’Adriatico con inquinamento ambientale delle acque e delle coste con morìe di pesci, molluschi e uccelli".
Al processo si sono presentati per ottenere un risarcimento dei danni le 17 parti civili ammesse in udienza preliminare dal giudice monzese Giovanni Gerosa tra la ventina che avevano chiesto la partecipazione al processo: l’Avvocatura dello Stato rappresenterà il Ministero per l’Ambiente e l’Agenzia delle Entrate e delle Dogane, per gli ambientalisti sono parti civili WWF, Legambiente Lombardia e Enel Greenpower, come Enti sono rappresentati la Regione Lombardia ed Emilia Romagna (che ha chiesto di estendere la parte civile anche ai danni collaterali provocati dallo scempio ambientale non ammessi in udienza preliminare), la Provincia di Monza e Brianza, dal Comune di Piacenza a quello di Villasanta, insieme a Parco Regionale Valle Lambro, Alsi e Brianzacque. Il processo entrerà nel vivo l’8 luglio, quando i giudici scioglieranno le riserve sulle richieste delle parti civili.

Stefania Totaro - Il Giorno
 

domenica 24 marzo 2013

Lambro, tra sversamenti e processi


Rassegna stampa

Il Cittadino di Monza e Brianza

Da bianca a nera. Da schiuma a olio, o qualcosa di simile. Mistero sempre più fitto sull'aspetto del Lambro che da giorni, anche ne centro della città di Monza, scorre trasportando ora una fitta schiuma bianca, ora, chiazze scure e oleose.

Una versione quest'ultima, andata in scena mercoledì nel pomeriggio: in un primo momento l'avvistamento di schiuma bianca, poi l'arrivo delle chiazze nere. Gli agenti della polizia provinciale stanno effettuando verifiche alle bevere per capire l'origine del fenomeno.
E proprio dal torrente Bevera, che del Lambro è un affluente, arriva l'allarme: dopo lo sversamento del 6 febbraio, un nuovo episodio nei Comuni di Renate, Veduggio e Besana Brianza si è ripetuto mercoledì. Gli agenti hanno avviato i controlli insieme alle Guardie ecologiche volontarie, informando Arpa e Brianzacque per effettuare prelievi. In passato l'attenzione si era concentrata su due aziende del territorio, una tessile e l'altra meccanica. «Mercoledì le ispezioni hanno portato al prelevamento di alcuni campioni del possibile materiale sversato, in parte colorante e in minima parte oleoso», informa la Provincia in un comunicato.

Se la schiuma bianca era generata da tensioattivi dei detersivi non scaricati adeguatamente dalle fognature, le sostanze oleose fanno tornare alla mente fantasmi del passato.


Disastro Lombarda Petroli, al via il processo.

Processo al via lunedì, per i petrolieri Giuseppe e Rinaldo Tagliabue, proprietari della Lombarda Petroli di Villasanta, per l'ex direttore di stabilimento Vincenzo Castagnoli, e l'ex custode dello stesso Giorgio Crespi. Disastro doloso il reato contestato in relazione allo sversamento di idrocarburi, risalente al febbraio di due anni fa, dalle cisterne sabotate del deposito villasantese negli scarichi fognari e poi nel Lambro.

Due le condanne con patteggiamento già pronunciate dal tribunale di Monza a dicembre per altrettanti ex dipendenti della Lombarda: un anno e 6 mesi e un anno e 8 a Maurizio Viganò e Alfredo Pilotti, accusati solo di reati contabili.

Il reato contestato al processo fissato lunedì, è di aver provocato la fuoriuscita di "almeno 1600 tonnellate di gasolio e 812 tonnellate di olio combustibile". Il movente del sabotaggio andrebbe cercato nell'esigenza di coprire degli ammanchi di carburante, la cui fuoriuscita non era stata registrata all'agenzia delle Dogane, in previsione, di lì a poche settimane, di una verifica fiscale in arrivo. Sempre stando alle accuse, gli imputati (ad eccezione dell'ex custode) "riempivano i serbatoi di acqua in occasione dei controlli delle dogane, allo scopo di simulare la giacenza di prodotti già usciti".


giovedì 21 marzo 2013

Voltiamo pagina !

 

 
 

Noi, l'altra Carate


Queste righe intendono offrire ai cittadini caratesi la sintesi del percorso politico e valoriale che sta alla base della lista civica L'altra Carate. I punti programmatici, gli impegni e le concrete proposte per la nostra città sui singoli ambiti ammistrativi potranno essere consultati cliccando sui link appositi.


Noi, le persone che hanno deciso di riprendere, reinventandola, l’esperienza della lista civica “L’altra Carate”, nata quattro anni fa nel centrosinistra caratese a sostegno di Francesco Paoletti, in questo momento particolarmente difficile per l’Italia e per Carate, siamo mossi dall’idea e dalla volontà di testimoniare fattivamente la forza di credere nella “Politica”.

La politica parte dall’ideale di costruire o, ancor più, di migliorare la città, in questo caso Carate, fondata su rapporti condivisi, sul desiderio di trovare strade da percorrere “insieme”, di sbrogliare “insieme” la matassa intricata dei problemi che riguardano certamente i singoli individui, ma che interpellano tutti e richiamano ciascuno di noi ad una responsabilità generale.

Riteniamo, inoltre, che non esista la possibilità di analizzare e comprendere le situazioni locali senza inserirle in un orizzonte più ampio, nazionale, sovranazionale e mondiale.

Il piccolo è inserito nel grande, il basso nell’alto, la riflessione sulla condizione di un singolo non può prescindere dalla considerazione della realtà degli altri, dalle dinamiche complesse della realtà globale. Se così è, fra le molteplici linee guida che sostengono la nostra scelta politica ed umana, ne rivendichiamo alcune come prioritarie.

La prima è il “rispetto”, rispetto per le idee, perché non ce n’è mai una che valga, nei canoni democratici, più di altre. Rispetto per le scelte ed i comportamenti che possiamo non condividere o condividiamo solo in parte, al fine di trovare, in ogni caso, la sintesi migliore possibile per il bene comune. Altrimenti il dialogo ed il confronto rischiano di rimanere parole vane.

E questo vale, primariamente, fra tutti coloro che concorrono al raggiungimento dello stesso obiettivo, ma anche fra coloro stanno percorrendo strade diverse dalla nostra e che sarà necessario seriamente considerare, mai con autosufficienza. Mai solo avversari, tanto meno nemici. La verità, in particolare rispetto ai problemi da affrontare e risolvere, non può essere totalizzante.

La seconda linea guida è il collegamento stretto tra responsabilità che, in politica, significa rispondere a chi ci ha eletto, e coerenza ed onestà. Di volta in volta è richiesto di essere coerenti fra promesse, impegni e realizzazioni concrete, mettendo sempre di fronte noi stessi e nello stesso tempo i cittadini alla “verità” ed alla chiarezza delle nostre azioni.

Trasparenza non significa solo “mettere in piazza” quello che si sceglie di fare e/o si fa, ma fare chiarezza sulle motivazioni sottese, sul metodo assunto, sugli ostacoli incontrati, sulle contraddizioni del nostro operare e perfino sugli errori di percorso compiuti.

Essere cioè “veri”, nel ruolo politico ed anche come persone, non certamente infallibili.

Ognuno, perciò, anche in politica, deve prendersi “cura” dell’altro.

Ecco la premessa che sta alla base del nostro lavoro e che alcuni potranno ritenere sovrabbondante se non addirittura inutile. Il tempo di oggi, però, ci chiama ad interpretare la politica come il massimo dell’impegno. Impegno per che cosa? Sicuramente a Carate l’impegno è per il cambiamento, non però con la presunzione di gettare tutto quel che c’è o che è stato fatto di meritevole. Il mondo complesso è esigente, il mondo a “disagio” dei giorni nostri ci chiama a comprendere le diversità, a riconoscere i problemi, dai più semplici ai più grandi, a procedere anche per piccoli passi. Di conseguenza, senza entrare ora nello specifico, la tutela del territorio, degli spazi verdi, l’educazione, l’istruzione e la cultura, il lavoro e la salute, la casa e la famiglia, i servizi alla persona, i diritti e la solidarietà, sono elementi di un tutto, sono sottoinsiemi di un insieme più vasto che avrà come obiettivo lo “stare bene”, oggi e domani, nella città di Carate.

Non abbiamo paura di partire dagli “ultimi” perché se riusciamo a diminuire le loro difficoltà e sofferenze, anche le nostre diminuiranno, in particolare il timore, sottinteso ma sempre vivo che, quando, a nostra volta, un domani saremo più fragili, ci sarà qualcuno che avrà imparato e sarà capace di prenderci cura di noi e di “servirci”.

Ecco perché anche quelli che possono apparire slogan elettorali riacquistano la loro vera dimensione: una Carate “aperta”, “inclusiva”, “serena”, “gioiosa”, “partecipata”, una città per i bambini, per i giovani, gli anziani e le donne.

Noi vogliamo essere un solido granello di sabbia su cui contare perché la “spiga” maturi di una politica seria e viva. Da soli non si può, insieme si cammina meglio e ci si stanca meno.